Ancora Celsius. Il gruppo che è tra quelli che si trovano in difficoltà sia per il crack dell’intero settore, sia per una gestione allegra dei fondi dei clienti, avrebbe ricevuto un importante ok da parte delle corti americane.

Si tratterebbe infatti dell’approvazione per la vendita dei Bitcoin che il gruppo ricava tramite mining, una mossa importante per il gruppo che secondo le proiezioni finanziarie degli analisti e della stessa corte che sta seguendo il procedimento, finirebbe altrimenti senza liquidità entro ottobre prossimo.

Un buon segno per i creditori? Dipende. La situazione in realtà sembrerebbe essere quasi compromessa e con spazi decisamente ridotti per un eventuale recupero. E questa mossa profuma più di necessità che di opportunità. Sta di fatto che per tutti gli investitori e risparmiatori tanto in Bitcoin quanto invece in altre criptovalute questa sarà una lezione importante, anche per imparare a comportarsi nel modo corretto in futuro.

Cerchiamo di vederci chiaro, tenendo conto che sul gruppo e sul suo CEO pendono delle accuse infamanti, che se confermate potrebbero significare ulteriori procedimenti giudiziari e ulteriori problemi per un gruppo che sta in piedi soltanto grazie alla procedura ex Chapter 11.

Celsius potrà vendere i Bitcoin che ricava dal mining

In pochi forse sanno che Celsius si occupa collateralmente anche di mining Bitcoin e che ovviamente tramite queste operazioni ricava appunto dei coin. Coin che hanno un valore di mercato e che potrebbero andare a rimpinguare una cassa che ormai langue e che andrebbe a svuotarsi completamente durante il prossimo ottobre.

Ok dal tribunale, ma molto restrittivo

La decisione del giudice di permettere alla società (che ex Chapter 11 non è più padrona del suo destino) di vendere tali Bitcoin deve essere pertanto interpretata alla luce di ciò: non si tratta di un tentativo di tornare in profitto, ma semplicemente di una necessità per ottenere liquidità per far fronte a questa complicatissima situazione. Una situazione all’interno della quale i giudici hanno il compito, stabilito dalla legge, di preservare al massimo le sostanze del gruppo al fine di soddisfare i molti creditori che si sono già iscritti alla procedura.

Soltanto i proventi del mining

Si tratta tra le altre cose di una decisione con un ambito di applicazione decisamente ristretto: la società potrà infatti semplicemente continuare a fare mining e a vendere i Bitcoin ricavati, senza che possano essere emessi titoli, anche con sottostante Bitcoin, e senza che possa liberamente disporre degli asset cripto di cui è già in possesso.

C’era stata infatti anche una richiesta in questo senso, che però è stata negata dal giudice in quanto ritenuta pregiudizievole per la possibilità che vengano ristorati adeguatamente i creditori. Capita anche questo quando si portano i libri in tribunale con miliardi di debiti nei confronti di società grandi e piccole e anche di tanti privati.

Una situazione che dunque rimane complessa e per la quale, per fortuna verrebbe da aggiungere, il CEO di Celsius può decidere poco. Se fossero confermate le pesanti accuse mosse dal Financial Times e delle quali abbiamo parlato questa mattina, si tratterebbe davvero del minimo per recuperare un po’ di credibilità in termini di procedure fallimentari e di gestione dei tribunali di società in dissesto.

Potranno avere un impatto negativo questi Bitcoin venduti sul prezzo dell’asset? Si tratta di vendite, per i volumi ai quali ci ha abituato Bitcoin, assolutamente minimi. E dunque chi sta organizzando i propri investimenti può bellamente ignorare questa notizia, che è piuttosto neutrale in termini di effetti sul prezzo.