Il fondo pensione di Fairfax County, che gestisce quasi 8 miliardi di asset, ha approvato recentemente un investimento di 70 milioni di dollari in fondi legati alla DeFi, in quella che è una mossa che non esitiamo a definire a sorpresa in particolare per le condizioni di mercato insoddisfacenti che ormai ci troviamo a commentare da qualche settimana.

Un investimento che non sarà direttamente in criptovalute, ma come vedremo in fondi che investono a loro volta nel mondo del farming di ritorni a tema DeFi. Segnale di enorme importanza per tutto il settore e anche per quel secondo livello di prodotti a tema cripto che, lentamente, si stanno facendo strada anche ai piani alti della finanza.

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Anche i fondi pensione sono in febbre da cripto

Anche i fondi pensione guardano con sempre maggiore convinzione al mondo delle criptovalute e in particolare a quello della finanza decentralizzata – come nel caso del fondo pensione Fairfax County, che ha in gestione quasi 8 miliardi di dollari complessivi e che recentemente ha ricevuto approvazione per un investimento da 70 milioni di dollari su due fondi legati al mondo cripto.

Sono mosse rilevanti, anche per il lungo e lunghissimo periodo

Investirà infatti 35 milioni nel fondo dedicato allo yield farming di Parataxis e altri 35 nel fondo di VanEck che opera nello stesso comparto, utilizzando così strumenti che si occuperanno della gestione minuziosa giorno per giorno.

Non sarebbe tra le altre cose il primo investimento del genere per il fondo pensione, che già dal 2019 avrebbe effettuato operazioni di questo tipo, con ad esempio 50 milioni già investiti nel fondo dedicato alla blockchain – di Morgan Creek. Un passaggio molto importante che ci permette di capire un altro fatto importante: anche i fondi pensione guardano ormai con convinzione (e con capitali) ad un settore che per molti è ancora troppo embrionale per considerarlo come di investment grade. E invece negli USA qualcosa già si muove.

E in Europa?

Difficile dire se questo tipo di investimenti diventeranno prassi anche in Europa, dove in realtà siamo davanti ad un continente dove i fondi pensione sono strutturati in modo diverso, hanno portafogli gestiti in modo più bancario e difficilmente si avventurano in questo tipo di attività, anche perché spesso in gestione hanno capitali decisamente ridotti.

Abbiamo in ballo tanto, e siamo (questo è vero) ancora all’interno della fase embrionale. L’arrivo però di fondi di queste proporzioni dovrebbe far riflettere anche i più scettici, in particolare chi continua ad avere riserve sul mondo della DeFi più solida, come quella ad esempio di AAVE o anche di Compound, due protocolli che abbiamo citato anche perché sono i più aperti ad investitori anche di livello istituzionale.