Che tra massimalisti Bitcoin e Vitalik Buterin non corresse buon sangue non dovrebbe essere un mistero per nessuno. Anzi, fu proprio Buterin a inventare il termine in senso dispregiativo, del quale però poi i “massimalisti” si sono riappropriati, come successo diverse volte nel corso della storia.

Quello che stupisce in questa notizia che forse è più di costume che riguardante il mercato delle criptovalute e Bitcoin, è che sono volate parole molto grosse, sempre da Vitalik Buterin, con un attacco frontale verso Michael Saylor che è a tutti gli effetti uno dei personaggi più rappresentativi del “massimalismo Bitcoin”, con la sua azienda che ha in cassa 130.000 coin e programma di comprarne anche altri.

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Vitalik Buterin: “Michael Saylor è un clown”

Volano parole grosse, anzi grossissime, da Vitalik Buterin, leader di Ethereum in direzione di Michael Saylor, colpevole di aver accusato $ETH di essere addirittura immorale, in un intervento pubblico a difesa della Securities Law, un tema che in realtà Saylor ha affrontato già diverse volte, in particolare nelle ultime settimane.

Bibbia, legge sui titoli finanziari, Buterin e Saylor: gli ingredienti dell’ultima guerra di insulti

La reazione di Buterin non si è fatta attendere via Twitter, con gli stracci che hanno preso a volare qualche ora fa e che probabilmente continueranno a farlo durante il weekend, notoriamente e comunemente un po’ avaro di discussioni serie da affrontare nello spazio cripto e Bitcoin.

Perché i massimalisti continuano a scegliersi eroi che poi si rivelano essere dei pagliacci completi?

Parole molto dure che avranno grossa eco, in particolare per la posizione rivestita da Saylor all’interno del nucleo di appassionati Bitcoin. C’è però anche qualcosa da leggere tra le righe, ovvero il nervo scoperto di Ethereum quando si parla di Securities Law, ovvero della legge che individua la differenza negli USA tra titoli finanziari e ciò che non lo è.

Una questione ormai impossibile da affrontare con toni sereni

Della questione Ethereum come security, ovvero come titolo finanziario, abbiamo già parlato diverse volte su Criptovaluta.it, essendo stato questo uno dei temi di dibattito principali nello spazio della criptovaluta di Vitalik Buterin. La questione è relativamente vecchia e relativamente importante.

Nessuna criptovaluta vuole essere dichiarata titolo finanziario, perché negli USA finirebbe ad essere regolamentata da SEC e perché chi ne offre la compravendita, come gli exchange dovrebbero sottostare per la quotazione, a regole molto più stringenti. E si può anche cercare di intervenire ex post, come avvenuto ad esempio a Ripple, che si trova appunto ad affrontare una causa contro SEC per questioni di questo tipo.

E proprio nella causa di SEC si starebbe cercando di far emergere un trattamento di favore nei confronti di Ethereum, in particolare per legami non troppo limpidi del suo ex direttore William Hinman proprio con personaggi vicini ad $ETH.

Una sorta di nervo scoperto che tra le altre cose potrebbe muovere milioni di dollari e causare non pochi problemi ad Ethereum a poche settimane dal Merge. Secondo noi, e lo diciamo con una certa sicurezza, non ci saranno conseguenze per $ETH, ma è comunque comprensibile il nervosismo che aleggia su tutte le discussioni che vogliono affrontare l’argomento.

Michael Saylor il lobbista?

Un’altra parte della lore, della storia generale per capire l’intervento di Saylor non può prescindere dal fatto che si tratta di un personaggio in grado di esercitare pressioni, benché minime, anche su Washington e che è stato preso in considerazione per la redazione della bozza di legge USA che dovrebbe regolare il comparto nei prossimi anni.

In molti, compreso il capo di Cardano Charles Hoskinson, lo hanno accusato di fare lobbying pro Bitcoin e contro tutti gli altri progetti, con altre parole grosse che sono volate in passato. Per Michael Saylor non è la prima volta – e con ogni probabilità non sarà l’ultima.