Continua il tour di licenze in Europa per Crypto.com, che segue la scia dei più importanti exchange mondiali e prova a superarli, primo ad ottenere una licenza in quel di Nicosia, paese da sempre al centro dell’intermediazione finanziaria almeno in ambito UE.

Tutto questo a pochi giorni dall’annuncio dell’ottenimento di una licenza anche in Italia, sempre all’interno di un percorso di regolamentazione e normalizzazione delle operazioni in tutto il territorio dell’Unione Europea. Qualcosa che però, e non è colpa affatto di Crypto.com, la dice lunga anche sull’effettiva situazione in Europa. Una situazione che più volte non abbiamo esitato a definire ai limiti dell’assurdo.

Ottimo passo comunque per l’exchange Crypto.comvai qui per ottenere un conto gratuito con bonus incluso – intermediario che è tra i più popolari al mondo e che ora ottiene licenza per essere CASP ufficiale nel paese insulare.

Un ottimo exchange per offerta di criptovalute e anche di servizi accessori, dal Supercharger fino alle carte cripto che permettono anche di ottenere un cashback per le nostre spese.

Crypto.com si registra anche a Cipro

A pochissima distanza dalla registrazione in Italia arrivano buone notizie per Crypto.com anche da Cipro. Il gruppo avrebbe infatti ottenuto la registrazione nella speciale divisione CASP, ovvero quella dedicata al mondo degli exchange e degli operatori di criptovalute di CySEC, la CONSOB locale. Un passaggio fondamentale in un quadro europeo ancora molto frammentato, nonostante sia stata approvata una sorta di normativa comunitaria che però entrerà in vigore a partire dal 2024.

Un’altra licenza in UE

Crypto.com continua così il suo tour europeo di licenze, per una strategia piuttosto aggressiva di posizionamento in Unione Europea, che con ogni probabilità sarà accompagnata da altre licenze in altri paesi che fanno parte dell’Unione stessa.

Un tour che tra le altre cose stanno cavalcando anche altri intermediari di prima fascia, come ad esempio Coinbase, anch’esso fresco di licenza in extremis in Italia e Binance, che però continua ad avere dei grattacapi nei Paesi Bassi, dove è stato già multato.

Una situazione piuttosto difficile da gestire anche per gli exchange che possono contare su apparati importanti per gestire la burocrazia, e quindi una situazione che, volente o nolente (ma temiamo sia il primo il caso) finirà per rendere impossibile per i più piccoli operare legalmente nei diversi paesi europei.

Una frammentazione francamente assurda

Cipro era stato il primo paese a sollevare la questione, questione che si è puntualmente verificata già, con diversi dei principali exchange su scala mondiale che si trovano costretti a fare la questua, paese per paese, porta per porta, a caccia di licenze che tra le altre cose sono molto costose.

Una situazione non ideale, dato che tra qualche mese si dovrebbe passare ad un quadro più omogeneo a livello europeo e molte delle licenze ottenute potrebbero risultare come inutili per gli exchange, ma con gli stati che saranno comunque passati all’incasso.

Vedremo se, come e quando questa situazione finirà e quando ci sarà spazio anche per chi, al contrario di questi giganti, avrà spazio per regolamentarsi in modo più lineare e meno costoso.