Ci risiamo. Per molti si tratta di un copione già visto, per un film andato in onda già decine di volte. Altri invece ci saranno rimasti letteralmente di sasso, quando hanno scoperto che la Repubblica Centrafricana lancerà il suo token.

Tutto questo dopo che il paese aveva avuto buon gioco a farsi pubblicità su scala planetaria abbracciando Bitcoin, unico progetto del comparto cripto effettivamente in grado di innescare rivoluzioni, non ce ne vogliano i sostenitori di altri sistemi. Per ora fare una sorta di dietrofront, almeno se dovessimo giudicare questa mossa con l’impianto etico e tecnico maggioritario.

Per Bitcoin non cambia nulla però, anche se dovremo guardare a come si evolverà l’emissione di Sango Coin, questo il nome che la Repubblica Centrafricana ha scelto. E probabilmente Bitcoin continuerà a giovarsi del suo particolare status, sul quale possiamo investire con la piattaforma sicura Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratis con CAPITALE DI PROVA ILLIMITATO – intermediario che permette di investire non solo su Bitcoin, ma anche su 476+ progetti cripto.

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Sango Coin? Di cosa si tratta? La svolta “altcoin” della Repubblica Centrafricana

Una situazione che forse in molti si aspettavano, non credendo a quanto può mettere sul tavolo la politica quando inizia ad interessarsi di Bitcoin. La Repubblica Centrafricana aveva avviato poche settimane fa un percorso di apertura verso $BTC che avrebbe portato il re del mercato a diventare valuta avente corso legale nel paese.

Cosa vuole fare davvero la Repubblica Centrafricana?

Un paese che vive una situazione molto particolare, dato che non ha valuta propria e che deve appunto appoggiarsi ad una delle due versioni del Franco detto coloniale. E in una situazione del genere erano stati in molti, correttamente, ad essere entusiasti della mossa della Repubblica Centrafricana. Ora a rompere l’idillio con la parte più radicale della community legata a Bitcoin è l’arrivo di un token, detto Sango Coin, che secondo quanto riferito dal presidente del paese sarà legato alle risorse del paese.

Non si è però capito in che termini, con quali modalità e con quali strumenti di emissione: l’unica cosa che sappiamo è che il presidente si aspetta investimenti corposi da parte dei privati, anche per la creazione di una sorta di isola cripto sul fiume Oubangui. Progetti che in parte ricalcano quelli di El Salvador, ma non avendo più al centro soltanto Bitcoin.

Una pessima scelta? Staremo a vedere, anche se…

La fiducia che almeno una parte della community nutriva nel progetto iniziale della Repubblica Centrafricana è sicuramente scemato. Il tutto al termine di comunicazioni non sempre chiare, che mescolano con disinvoltura cripto e Bitcoin, cosa che è avvenuta sin dal primo annuncio del passaggio ad una sorta di Bitcoin standard.

Il passaggio ad un sistema basato su altcoin di nuova emissione (per non dire altro) è probabilmente una mossa rischiosa, per quanto la società che sta curando questi passaggi, Mara, avrà messo sul tavolo allettanti capitali privati che potrebbero far gola ad un paese comunque poverissimo. Ma siamo sicuri che l’emissione di un altcoin, che tra le altre cose vorrebbe essere proposto ad altri paesi, sia la soluzione giusta, o comunque la più solida?

L’alternativa al cash sono le criptovalute: per noi l’economia formale non è più un’opzione.

È questo quanto affermato dal presidente della Repubblica Centrafricana Touadera: ma, ancora una volta, lo chiediamo ai nostri lettori. Siamo sicuri che si tratti della modalità corretta per arrivare sul mercato delle criptovalute?