Un contrappasso dantesco in pieno stile. Una storia troppo divertente (per quanto ci possa dispiacere per gli investitori) per essere vera. E invece lo è: Peter Schiff, da sempre uno dei più feroci detrattori di Bitcoin, si trova a combattere con conti congelati e altri fastidi tipici della finanza di un tempo. E potrebbe vedere tutto quello per cui ha lavorato saltare in aria.

Un contrappasso doppio, perché verrebbe a questo punto da chiedersi se Schiff conoscesse o meno le alternative che oggi esistono ad un’economia fatta di compliance ritagliate sugli amici e usate come randello per quelli un po’ meno amici.

Un caso d’uso di Bitcoin da manuale, che si è palesato come uno dei cavalieri dell’Apocalisse proprio a punire uno dei suoi detrattori più famosi. Che forse correrà a questo punto a guardare cosa può offrire $BTC al suo business. Quel $BTC che possiamo trovare all’interno della piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti FINTECH – intermediario che ci permette di investire all’interno del mondo delle criptovalute (75+ presenti a listino) con il top degli strumenti per l’analisi e anche per l’operatività.

Abbiamo anche il CopyTrader, che offre un sistema di trading automatico, con un solo click e con la possibilità anche di spiare come hanno composto il loro portafoglio. E possiamo anche operare con il WebTrader interno, che invece ci permette di operare con gli strumenti migliori di analisi tecnica. Con 50$ passiamo al conto reale.

Peter Schiff si gode il “trattamento classico bancario”

A Peter Schiff, hooligan dell’oro e grande avversario in pubblico di Bitcoin, abbiamo ormai cominciato quasi a volere bene, un po’ come si fa con gli zii un po’ suonati che tutto sommato rendono il natale più divertente. Mai ci saremmo però aspettati che un membro così illustre della comunità finanziaria internazionale si sarebbe poi trovato ad assaggiare l’amara bevanda che il sistema che difende somministra con regolarità a chi non è sufficientemente protetto a livello politico.

Schiff avrebbe bisogno di quanto odia di più

Secondo quanto ha diffuso su Twitter – e ammesso che sia vero al 100% e non una burla a danno dei bitcoiner – il popolare “arci-nemico” del mondo Bitcoin si sarebbe visto congelare il proprio conto a Porto Rico e nello specifico quello di una piccola istituzione finanziaria di cui era esso stesso a capo.

Nonostante non ci sia alcuna prova di condotta criminale, i regolatori di Porto Rico hanno chiuso la mia banca per questioni riguardanti la capitalizzazione, invece di permettere una vendita a investitori altamente qualificati che avrebbero iniettato capitale in eccesso dei minimi imposti dal regolatore. Come risultato, i conti sono congelati e i clienti potrebbero perdere denaro. Le ragioni che i regolatori ci hanno comunicato per aver bloccato la vendita è che dopo la stessa io avrei avuto il 4% della compagnia che avrebbe portato a termine l’acquisizione. Hanno detto che a causa di quanto si dice sul mio conto, non avrebbero voluto un outcome del genere, anche se sanno che quanto si dice su di me sui media è falso. Non mi hanno fatto mai sapere prima delle loro obiezioni. L’ho visto direttamente nell’ordine di chiusura della banca. Se mi avessero detto che il 4% di mia proprietà sarebbe stato un problema, avrei ristrutturato l’accordo. Volevo solo uscire: ho dovuto mettere 7 milioni nella banca negli ultimi 2 anni per coprire le perdite dovute a quanto affermato di falso dalla stampa. E costa una fortuna far funzionare una banca. Ecco perché non ci ho mai guadagnato. I costi di compliance sono scandalosi.

Un messaggio molto duro che però, forse non se ne sarà accorto Schiff, affronta molti degli argomenti per cui si batte Bitcoin, o meglio, molti dei problemi che Bitcoin prova a risolvere. A partire dal fatto che gli intermediari possono fare il bello e il cattivo tempo, come in questo caso.

Curioso anche il fatto che abbia ammesso che i costi di compliance hanno praticamente ossificato il settore, impedendo a nuovi player come la sua piccola banca di poter far parte effettivamente del mercato.

Peter, ascoltaci! La soluzione esiste e si chiama Bitcoin

Peter, ci rivolgiamo a te direttamente: c’è modo di superare questo tipo di problemi. Basta guardare a quanto hai sempre disprezzato e a quanto ti hanno proposto altri con più lungimiranza di te.

Se i servizi bancari retail di Schiff avessero avuto alla loro base Bitcoin, non si sarebbe mai verificato questo increscioso blocco, che con ogni probabilità significherà per la banca un fallimento senza appello. Intermediari e regolatori sono un problema? La soluzione c’è, è stata inventata da Satoshi Nakamoto ed oggi è a disposizione, liberamente, di milioni di persone in tutto il mondo.