Nonostante anche il tentativo di Grayscale non sia andato a buon fine, i gruppi che stanno spingendo per un ETF Bitcoin Spot ci riprovano, con in testa VanEck, che è stata negli scorsi mesi tra le più feroci critiche delle scelte di SEC.

Il gruppo avrebbe inviato nuovamente documentazione all’authority che si occupa della vigilanza dei mercati USA al fine di ottenere approvazione appunto per una categoria di prodotti della quale Gary Gensler, direttore dell’agenzia, non vuole proprio saperne.

Un fare battagliero che è un ottimo segno per tutto il mondo di Bitcoin, che comincia a trovare almeno a livello finanziario degli amici piuttosto potenti e che cercheranno di scardinare le convinzioni di una delle agenzie più potenti del mondo, agenzia che però, come vedremo, sta cercando disperatamente di mantenere un po’ del potere che la legge USA gli sta togliendo dalle mani, in particolare sul mondo delle criptovalute e appunto anche di $BTC.

Il rifiuto di Grayscale non fa paura: VanEck ci riprova

In molti dei nostri lettori conosceranno già VanEck, che in Europa gestisce già diversi prodotti di prima fascia per quanto riguarda gli ETF a replica fisica tanto su Bitcoin tanto invece su altri asset del mondo cripto. Una situazione che però fa fatica a replicare, tenendo conto delle ormai note resistenze del gruppo all’interno della più potente delle agenzie di vigilanza sul mercato al mondo.

Parliamo ovviamente di quella SEC che ha appena rifiutato anche l’ETF di Grayscale e che soltanto nell’ultimo anno ne ha rifiutati diversi, mettendo su piatto richieste che probabilmente non potranno essere mai soddisfatte. Ricordiamo infatti ai nostri lettori che SEC pretende che ci sia almeno un operatore di mercato con una certa quota di mercato e che offra accesso alla vigilanza in massima trasparenza. Qualcosa che ad esempio non è richiesto per il mercato delle commodities minori (pensiamo al Palladio).

Nessuna paura: sarà scontro frontale

I rifiuti costanti sembrano dunque essere motivati da altro, e non da questioni che riguarderebbero effettivamente la protezione degli investitori. Cosa che sembra essere diffusa, come idea, anche tra i gestori dei fondi stessi, che per questo motivo stanno facendo pressione ulteriore sull’agenzia.

Una lotta che difficilmente vedrà un vincitore sul breve periodo, ma che al tempo stesso potrebbe causare non pochi problemi a SEC, già invischiata in una lunga causa contro Ripple e di fatto esclusa dal controllo del mercato cripto da una nuova legge USA.

La difficilissima partita di Gary Gensler

Per cercare di capire come potrà muoversi il mercato cripto e di Bitcoin, in particolare in termini finanziari, nei prossimi mesi è anche necessario capire come che tipo di sfida ha davanti a sé Gary Gensler, capo di SEC. L’agenzia sembrerebbe essere stata esclusa dal governo del mercato cripto secondo le ultime leggi USA che almeno per tutte le cripto che non sono categorizzabili come “asset finanziari” preferirà affidarsi a CFTC.

Un colpo durissimo per una SEC che in realtà ha ben altre velleità, in particolare politiche, all’interno della classica lotta intestina tra agenzie governative che è il sale del funzionamento del settore pubblico negli USA.

All’interno di questa lotta Gary Gensler sembrerebbe disposto a sacrificare tutto, anche la verità probabilmente, perché con il settore cripto e Bitcoin che è qui per rimanere, non essere della partita vorrebbe dire condannare la propria agenzia all’irrilevanza in uno dei settori più importanti per il futuro. Settore che però ha deciso di fare la guerra a SEC anche per le vie legali. Gli avvocati di Grayscale si stanno infatti già muovendo, così come lo faranno probabilmente quelli di VanEck se il gruppo dovesse vedersi rifiutare questa sua nuova richiesta.