La settimana di verde relativo nel mondo di Bitcoin e delle criptovalute ha fatto forse dimenticare a molti il contesto macro all’interno del quale i mercati, tutti, stanno operando.

E arriva a riportare un po’ tutti sul pianeta Terra (senza Luna) BIS, ombrello di livello mondiale per il settore bancario, che tira per la giacca non tanto Fed, ma BCE. Sì, perché l’importante istituzione ha invitato tutti i banchieri centrali ad alzare i tassi in modo decisivo, or else, come dicono gli americani.

Una situazione disastrosa per le cripto e Bitcoin? Non necessariamente, dato che il nervosismo sui mercati ha già prezzati rialzi importanti, e dato anche che di quanto farà BCE sembra interessare poco agli investitori. Potremo cavalcare questo momento con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale sempre gratis con il TOP degli strumenti di trading – intermediario che ci offre accesso al mondo delle cripto e di Bitcoin con un listino di 75+ asset.

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BIS: “Sferzata ai tassi oppure disastro

È questo il sunto dell’intervento di BIS, che è una principali istituzioni mondiali per quanto riguarda il settore bancario. Vox clamantis in deserto? No, perché in realtà FED ha già intrapreso un piano deciso di rialzi ai tassi, con un prezzo pagato tanto da Bitcoin quanto dal resto del comparto.

La chiave per le banche centrali è agire rapidamente e in modo deciso prima che l’inflazione diventi strutturale.

Questo il commento di Augustin Carstens, a capo del prestigioso ente, che ricalca un po’ quella che è l’opinione di tutti gli analisti che hanno il lusso di poter parlare senza legacci politici.

Questa l’equazione messa sul tavolo da BIS

Paura e delirio sui mercati? Assolutamente no, anche se la strada dovesse essere questa, dato che le principali piazze hanno già scontato ampiamente un piano di rialzi (e di taglio dei QE) importante. E quindi per chi predica BIS? Anche se soltanto tra le righe, a nostro avviso il messaggio è indirizzato a BCE, che però si trova in una situazione ben diversa dall’omologa di Washington e S. Louis.

Perché? Semplice: ci sono debiti nazionali non sostenibili nel caso di rialzi dei tassi prolungati, tanto che già scricchiola quello italiano e presto potrebbero seguirne degli altri. Nessuno può permettersi di pagare tassi molto più alti su debiti letteralmente mostruosi. Ed è per questo che Mrs. Lagarde è stata molto più cauta di Jerome Powell.

Un problema per il mondo cripto?

Non necessariamente, anche se BCE dovesse repentinamente cambiare idea. I mercati europei sono molto meno rilevanti di quelli USA, e il fatto che la recessione tecnica sarà a breve qui è stato già preso ampiamente in considerazione da tutti gli operatori di mercato.

Le preoccupazioni sull’Europa non sono poi soltanto di breve periodo, ma anche di medio e lungo, dato che anche i paesi più virtuosi hanno enorme difficoltà a crescere in modo concreto e soprattutto ad attirare innovazione. Prova che è secondo noi anche nel MICA dedicato alle criptovalute, inevitabile segno di un continente troppo innamorato delle carte e poco innamorato della libertà di impresa ed economica, anche se questa dovesse portare qualche rischio con sé.

Con il risultato di non proteggere comunque gli utenti, i clienti e i piccoli investitori, e invece di costringerli ad un contesto economico sempre meno florido e sempre meno in grado di crescere.

Le condizioni macro detteranno ancora il percorso di Bitcoin

In molti tra i nostri lettori continuano a chiederci perché in realtà il mercato cripto e Bitcoin continui ad essere così correlato agli altri mercati finanziari, nonostante sia nato con l’indipendenza come obiettivo primario.

Il problema di fondo è la realtà, che in molti si ostinano ad ignorare. Ovvero che a muovere il prezzo oggi sono capitali ovviamente importanti per volumi, non potrebbe essere altrimenti quando abbiamo davanti un mercato che vale 1.000 miliardi. E senza un ritorno alla tranquillità dei grandi investitori, sarà difficile riprendere a crescere rapidamente. I più ottimisti dicono che siamo già a buon punto del viaggio all’inferno. Continueremo a monitorare, nella speranza che ricorderemo il dip abbondantemente sotto i 20.000$ come il dip di questo pessimo ciclo.