Non senza una buona dose delle solite fantasie catastrofiste, la stampa italiana si è occupata negli ultimi giorni dell’impatto del crollo del mondo cripto sulle sponsorizzazioni milionarie nello sport.

Sponsorizzazioni che riguardano molto da vicino lo sport più seguito in Italia, il calcio, con diverse delle più grandi squadre del paese che sono sponsorizzate direttamente o indirettamente da società cripto.

C’è il rischio che squadre come Roma, Juventus, Milan e Lazio, per citare le più famose, si trovino con buchi milionari per il fallimento di società che, lo ricordiamo ai nostri lettori, nonostante un crollo dell’80% sono ancora vive e vegete? Come sempre non sarà molto difficile separare le profezie di sventura prodotte da chi non ha alcuna idea di come funzioni il settore da quanto effettivamente sta accadendo.

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No, le società che sponsorizzano le squadre italiane sono solide

E soprattutto hanno offerto delle solide garanzie a fronte dei pagamenti per i quali si sono impegnati. Ricordiamo che le società impegnate sono del calibro di Binance, che nonostante la crisi ha avviato un forte programma di assunzione e che si trova, fino a prova contraria, in un ottimo stato finanziario.

Allo stesso modo sembrerebbero essere più che solide Chiliz/Socios.com che sono sponsor dell’Inter direttamente sulle magliette, nonché di Roma, Milan e Juventus tramite fan token.

Ci vogliamo prendere un rischio e dichiarare come impossibile il fallimento sul breve periodo di queste realtà. E così abbiamo debunkato le prime fantasie di certi giornalisti, ancora una volta più impegnati a fare sensazionalismo che a leggere dati, bilanci e contratti per capire come stanno messe le cose veramente.

Gli sponsor in serie A sono più che solidi
  • Ingiusto associare queste realtà ad altre che…

Effettivamente hanno fatto promesse importanti a qualche squadra minore in Italia e poi si sono date alla macchia. Capita, ma capita anche nel solidissimo mondo degli sponsor tradizionali. Le società possono fallire a prescindere da quale sia il business principale.

Nessuno si ricorda del meme ambulante Manenti, che tramite l’inconsistente Mapi Group acquisto il Parma per poi farlo fallire? Qualcuno a quel tempo si scagliò contro le società di consulenza (categoria alla quale apparteneva Mapi Group almeno in teoria)? E quindi anche questo punto dovrebbe essere smentito una volta per tutte, rispedendo al mittente accuse verso un settore che, nonostante una crisi epocale, cammina ancora con le sue gambe.

Certo, ci sarà una stretta nelle sponsorizzazioni in futuro

Questo è forse l’unico tema interessante e vero del quale parlare per i prossimi mesi, nel caso in cui dovesse permanere questa situazione di incertezza sul mercato. Molte delle possibili sponsorizzazioni milionarie che magari erano state preventivate per i prossimi anni verranno sospese in attesa di tempi migliori.

È quanto ha riportato ad esempio il New York Post riguardo la sponsorizzazione di FTX per i New York Giants. Cosa che sarebbe stata sospesa dato che per l’appunto il popolare exchange starebbe rivalutando certe spese di rappresentanza.

Probabilmente non sarà l’ultima notizia in questo senso che sentiremo, ma non è segnale di un settore che scricchiola, come sognano tanti giornalisti italiani. Ma è segnale di un settore che, essendo fatto di aziende, deve fare i conti con tutto quanto riguarda il bilancio e la programmazione delle spese future. Per quanto riguarda le squadre di calcio italiane, queste sono più che solide almeno nelle sponsorizzazioni che sono state già sottoscritte.

Nel calderone anche i fan token

Che non sono asset sui quali speculare ma gettoni con i quali votare per decisioni della propria squadra. Nel calderone fatto dai giornalisti sono finite anche queste, segno dell’assoluta ignoranza di chi ha redatto certi pezzi che pur hanno fatto il giro di internet.

Nessuno con un minimo di sale in zucca ha mai invitato a trattarli come asset da investimento: si tratta di un meccanismo di partecipazione alla vita della squadra che si tifa. E se qualcuno ci ha messo migliaia di euro di risparmi, non può essere colpa di un mercato in ritirata. Rilanciamo il nostro solito appello: sarebbe meglio informare che terrorizzare. Ma per informare serve studiare e capire. Per terrorizzare basta fare il solito minestrone di buzzwords.