Ancora depeg, sebbene lieve nel momento in cui scriviamo, per USDD, lo stablecoin legato al mondo di Tron che per molti è il prossimo grande malato del settore cripto.

Progetto partito con un tempismo rivedibile (poche settimane prima del grande crash del 2022), nonostante le iniezioni di capitale della Tron DAO continua ad avere difficoltà a mantenere il peg con il dollaro, ovvero l’ancoraggio al suo valore.

C’è motivo di preoccuparsi? La situazione non è delle migliori per diversi aspetti, per quanto Justin Sun e l’ecosistema di Tron puntino in realtà a tranquillizzare gli animi, in un momento durante il quale il mercato tranquillo non è, principalmente per quanto sta avvenendo anche a livello macro.

Nel frattempo la DAO è stata costretta già ad intervenire, cosa che però non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati. Vediamo insieme cosa c’è in ballo e quali sono gli effettivi rischi di questo stablecoin, l’ultimo di una lunga serie di algoritmici.

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USDD perde il peg del 2%: quanto dobbiamo preoccuparci?

In realtà è una situazione che stiamo analizzando già da qualche giorno e che desta particolare preoccupazione anche in virtù del crack di un esperimento molto simile, ovvero quello di Terra Luna e UST. Questa volta però a gestire il tutto c’è un ecosistema più ricco, più anziano e all’apparenza più solido.

Ecosistema che, secondo quanto aveva scritto Justin Sun soltanto qualche giorno fa avrebbe preso le giuste contromisure per evitare di fare la fine di Terra Luna. Supply inizialmente controllata e collateralizzazione del 200%, che poi 200% non è come vedremo più avanti.

Anche un artificio sul sito ufficiale del progetto non è il massimo della trasparenza ed è, almeno per noi, motivo di preoccupazione. E con i mercati che prezzano USDD a 0,98$ sul dollaro da discutere c’è sicuramente molto.

Tutte le questioni irrisolte di USDD

Al quale non possiamo che augurare la migliore delle fortune, sebbene richiediamo pubblicamente e a gran voce delle spiegazioni, per comportamenti che a nostro avviso non possono fare il bene del protocollo, per quanto possiamo considerarli come emergenziali.

Un po’ di chiarezza sarebbe più che apprezzata
  • Perché è cambiata la suddivisione delle riserve?

Fino a ieri erano segnalati sul sito da una parte i TRX bruciati, dall’altra invece le riserve vive che comprendono TRX, insieme ad una quantità importante di Bitcoin, nonché USDC e Tether. Da oggi invece, come abbiamo anche condiviso su Twitter, tutto è accorpato, lasciando intendere a chi non andrà poi a cliccare, che ci siano davvero a tutela del protocollo oltre il 200% di riserve. Siamo comunque sopra il rapporto 1:1, quindi a che pro comunicare i dati in modo così confuso?

  • TronDAO sarebbe intervenuta già con 2 miliardi

E poche ore fa ha impegnato 200 milioni di dollari in USDC a tutela del peg. Chi prende queste decisioni? Su quali basi? Su che livello di prezzo di interviene? Quali sono le modalità operative? Possiamo capire benissimo che nelle prime fasi di un progetto di questo tipo ci sia da maneggiare tutto con cura, ma qualche risposta in più senza scavare a fondo nella documentazione, sarebbe più che dovuta.

  • Gli short su Tron

Ieri Justin Sun si era lamentato pubblicamente degli short su Tron, evidentemente considerato come il prossimo malato da attaccare. E ha anche annunciato di aver impiegato 2 miliardi di dollari per sconfiggerli. “Non dureranno più di 24 ore”, cosa forse riuscita, ma servirebbe anche qui più trasparenza.

  • Il viavai di USDC

Ieri ne erano 700.000.000, poi sono stati ceduti in parte, ora sono tornati sul livello di 1 milione. L’account Twitter di TronDAO è impegnato in altro, come la pubblicizzazione del prossimo Hackaton, il che ci sta, ma anche qui desidereremmo maggiore trasparenza per un token che circola già per un controvalore di 700 milioni di dollari.

  • I bitcoin in cassa

Sono circa 10.000 e non sono sufficienti ad affossare il mercato. Tuttavia, affinché non si ripeta l’intrigo che abbiamo visto con la Luna Foundation Guard sarebbe ottimo avere un piano sul come, quando, se e perché verranno spesi. Anche qui siamo davanti ad obblighi di trasparenza che abbiamo domandato agli stablecoin con riserva e che non vediamo perché non dovremmo chiedere ad un token algoritmico, fosse anche soltanto per calmare mercati che con progetti di questo tipo si sono già scottati abbondantemente.

USDD è ancora sicuro?

La collateralizzazione, al netto dello strano conteggio con i Tron che sono stati burnati, in realtà è ancora più che sufficiente per proteggere il peg. Con ogni probabilità non si è intervenuti adesso perché la situazione è sotto controllo, almeno secondo le valutazioni di chi gestisce il protocollo.

Sono stati aggiunti altri fondi di recente

Non vogliamo fare facili allarmismi, che troverebbero buon gioco in una fase di mercato molto complicata e nella quale sono in pochi a vedere la luce in fondo al tunnel. Tuttavia un po’ di trasparenza in più, in particolare sui processi decisionali, sarebbe più che benvenuta. In particolare in una fase di mercato dove nessuno si fida di nessuno: e no, il gioco del non rendere pubbliche strategie per non aiutare chi vorrebbe il progetto morto non è una scusa credibile.