Verrebbe da riprendere un vecchio adagio americano, che ci racconta di come it’s all fun and games until…, ovvero di come tutti si possano divertire e giocare finché… non capita l’imprevedibile. Quello che sta colpendo diversi miner di Bitcoin è una combinazione di prezzi alti per l’energia (anche se non ovunque) e di prezzo di $BTC non entusiasmante.

Situazione che ha posto sotto stress diverse società quotate, con RIOT che avrebbe liquidato parte del suo patrimonio e altre società che avrebbero rivisto in modo importante i piani di espansione per il 2022. Ma cosa sta succedendo? Ed è il caso di preoccuparsi?

Nel frattempo, almeno mentre scriviamo, Bitcoin tiene sopra i 25.000$ nonostante pessime notizie che arrivano da alcuni intermediari. Chi dovesse trovarlo un prezzo allettante può investire con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratis con il TOP del FITNECH a disposizione – intermediario all’interno del quale troveremo anche i titoli azionari dei principali miner.

All’interno di questo intermediario troviamo anche il CopyTrader, sistema di trading automatico che ci permette di operare copiando i migliori trader sulla piattaforma o di spiare ogni loro mossa. E possiamo anche operare con gli Smart Portfolios investendo in panieri in stile ETF. Con 50$ possiamo passare ad un conto reale.

Miner in difficoltà: su energia, giù Bitcoin – e i ritorni si assottigliano

I Miner hanno avuto un 2021 memorabile. Grossa crescita per Bitcoin, prezzi dell’energia relativamente ok fino a fine anno e possibilità di mettere in piedi piani di sviluppo molto avanzati. Una situazione ideale che però si è rapidamente invertita: i costi dell’energia sono andati alle stelle e nel frattempo Bitcoin ha perso circa il 60% rispetto ai massimi.

Fare i conti in una situazione del genere è semplice: i profitti si assottigliano, fino a sparire per le società che fanno mining con macchine ASIC più vecchie e meno efficienti. E viene meno pure quel solido HODL che tutte le principali società avevano fatto nel corso del 2021.

No, i miner non falliranno, anzi…

Riot si è ad esempio liberata di quantità di Bitcoin importanti proprio per far fronte ad un periodo non brillante per l’industria, così come altre società hanno fortemente ridotto i propri piani di espansione. Tutto secondo i piani, o meglio, esattamente quello che ci si sarebbe dovuto aspettare in una situazione di mercato di questo tipo. Una situazione che potrebbe durare fino alla ripresa di Bitcoin verso livelli di prezzo più invitanti.

Per ora però per tutti i miner ci sarà da stingere i denti, cosa che è trasversale all’industria che ruota intorno al mondo di Bitcoin e delle cripto. Diversi exchange hanno annullato assunzioni, altri licenzieranno personale, altri ancora rivedranno i piani di sviluppo sul breve periodo. Effetti collaterali del bear market.

C’è da preoccuparsi per la salute dei miner?

No. Anche se il momento è forse uno dei più duri, i miner professionali non sono comunque a rischio. Le società sono solide e con ogni probabilità i prezzi dell’energia, se dovessero permanere su questi livelli, faranno fuori i miner meno efficienti o comunque le macchine che per energia consumata producono meno hashrate.

Il sistema, nato per riequilibrarsi in modo automatico, lo farà anche questa volta. I costi stimati sono intorno ai 15.000$ per Bitcoin minato, cosa che lascia ancora ampio spazio per il profitto.

Non c’è dunque da preoccuparsi, almeno per ora, sperando che il mercato abbia trovato il suo bottom dopo lo sfacelo di Celsius di questa mattina, altra tegola su un settore che si sta liberando dei suoi anelli più deboli.