Il capo della Banca Centrale Spagnola si unisce, nelle lamentazioni, all’omologo di Parigi, che parlava però al limite di qualche regolamentazione. Il crollo di Terra Luna ha solleticato i soliti appetiti da parte di chi ha diritto (o forse no) a dettare legge sui mercati.

L’appello lanciato da Madrid è di quelli da far venire la strizza anche ai più sereni: il mercato cripto è più grande di quello, che fu, dei mutui subprime. Quello che, per intenderci, fu innesco della più grande crisi finanziaria degli ultimi decenni.

Vero? Forse sì, ma non è questo il punto. E nonostante le banche centrali abbiano acceso le sirene del pericolo, in molti continuano ad investire, segno anche della perdita di credibilità di queste istituzioni. Lo si può fare con Capital.comvai qui per ottenere un conto gratuito di prova con CAPITALE VIRTUALE ILLIMITATO – intermediario che ha il placet anche delle relative autorità per il controllo dei mercati e che, fino a prova contraria, sono più che sicuri, proprio come vorrebbero le banche centrali.

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Di cosa ha paura il governatore della Banca Centrale Spagnola?

Semplice: che una sorta di crollo a catena del mondo cripto e Bitcoin possa innescare effetti che si ripercuoteranno in modo consistente anche sulla cosiddetta finanza classica. Ovvero che cripto e Bitcoin siano i nuovi mutui subprime.

Un paragone che finanziariamente non ha alcun tipo di senso. I mutui subprime erano debito, che poi – ci si accorse tardivamente – nessuno o quasi avrebbe ripagato. E soprattutto, era debito che era stato cartolarizzato, venduto a destra e a manca, e che componeva in alcuni casi parti consistenti delle sostanze di grandi enti bancari e assicurativi.

È questa la situazione di Bitcoin e cripto? Neanche alla lontana. E dei mutui subprime non fu la taglia a far saltare il banco (le stime parlano di circa 400 miliardi) ma di quanto fossero concentrati in capo a determinate istituzioni e la velocità con la quale si innescarono i fallimenti. Qualcuno crede il contrario? Liberissimo di discuterne, nei commenti o sul nostro account Twitter ufficiale. Ma rimane il fatto che il mondo cripto ha perso anche di più di quella cifra, in un tempo relativamente ristretto, e di default a catena non se ne sono visti.

Neanche lo spettacolare crack di Terra Luna è riuscito ad avere effetti consistenti non solo nel mondo della cosiddetta economia reale, figurarsi il resto del settore, che comunque ha già perso una quantità di valore tale dal rendere un crollo di queste proporzioni nel giro di pochi giorni assolutamente improbabile.

Non lo diciamo solo noi

Anche altre istituzioni di pari livello, che pur avrebbero tutto l’interesse a dire il contrario, hanno affermato che non ci sono pericoli di sorta derivanti da un eventuale crollo del mercato cripto e Bitcoin.

Lo hanno detto a più riprese negli USA e anche tra i più impavidi in Europa. Cosa che, permettetecelo, fa sembrare le recenti parole del governatore della Banca Centrale Spagnola come chi è disperatamente alla ricerca di un colpevole per i tempi duri, in campo economico, che in molti si aspettano.

Un dito da puntare sul capro espiatorio che fa più comodo, perché alla fin fine al di fuori del loro controllo. Noi, forse sbagliando nell’ergerci a portavoce dell’intero comparto, non possiamo che rimandare al mittente le accuse e le preoccupazioni di Madrid. Che data la situazione in BCE e nell’Eurozona dovrebbe essere, ci permettiamo di dare un consiglio, affaccendata in altri tipi preoccupazioni.