Le fee, ovvero le commissioni medie che dobbiamo pagare per effettuare transazioni su Ethereum sono al minimo locale. Se fino a qualche settimana fa erano fuori la portata di praticamente tutti, nel weekend hanno viaggiato anche sotto i 3$.

Gioia per chi aveva rimandato operazioni a data da destinarsi, ma anche preoccupazione per chi vede questo indicatore, fondamentalmente, come indicatore dello stato di salute del mercato. In realtà le cose sono più complesse di così e sarà utile capire se, come e quando questo sia un buon segnale oppure meno.

E possiamo prepararci ad operare in accordo o disaccordo con l’analisi con eTorovai qui per un conto gratuito di prova con il TOP degli STRUMENTI – intermediario che ci permette di investire al top del settore con tutti gli strumenti finanziari utilizzati anche dai professionisti, utilizzabili su tutte le 69+ cripto a listino.

Abbiamo infatti il CopyTrader, che ci permette di copiare i migliori trader della piattaforma, così come di spiare come si stanno muovendo. Al tempo stesso possiamo anche investire con gli Smart Portfolios, che invece offrono accesso a strumenti in stile ETF, panieri cripto che permettono di investire senza commissioni aggiuntive in modo diversificato. Bastano 50$ per passare ad un conto reale.

Minimo locale per le fee di Ethereum: cosa vuol dire?

Ci sono tante chiavi di interpretazione per i minimi locali che sono stati toccati durante il weekend dalle commissioni necessarie per transare sulla rete di Ethereum. In primo luogo i volumi di transazioni, in picchiata a causa di un mercato non esattamente entusiasmante, cosa che ad esempio si era verificata anche l’anno scorso, in estate, al termine della discesa successiva ai massimi locali di maggio.

Le transazioni di Ethereum al minimo locale: che vuol dire per chi investe?

Guardandola da questo angolo, potrebbe essere un segnale di bottom, almeno secondo i più ottimisti. Ovvero il segnale di essere davanti alla base della fase discendente. Dopo il picco basso di luglio dell’anno scorso infatti, Ethereum riprese a salire (insieme al resto del mercato, toccando di nuovo di lì a qualche settimana di distanza il suo massimo storico.

Per altri invece sarebbe un segno del calo di interesse e di utilità del network, dato che sempre più transazioni si spostano su rete alternativa, su l2 oppure su sistemi completamente diversi. Lettura sicuramente suggestiva per i profeti di sventura, ma che a nostro avviso corrisponde, almeno per il momento, ancora poco alla realtà dei fatti.

Come interpretare questo dato? Ed è davvero così importante?

Sì, è importante, perché segnala un caso del numero di transazioni, su quello che è il network di base e di riferimento per DeFi e anche per i NFT. Segno di uno iato complessivo del mercato, che non riguarda soltanto Ethereum, ma più in generale l’intero comparto di servizi che ci girano sopra.

Certo, potrebbero avere ragione anche i profeti di sventura, che ritengono che la EVM sia qualcosa di molto più importante di Ethereum stessa e che sarà questa il vero lascito del progetto di Buterin. Riteniamo tuttavia che, anche volendo prendere per buono uno scenario di questo tipo, sia ancora troppo presto per vederlo verificarsi. E che i livelli di fee toccate nel weekend siano, più che altro, un buon segno per il mercato.

Un mercato che dovrà guardare anche a quanto avviene a livello macro, in particolare alla riapertura dei mercati USA, apertura che sarà la chiave della bilancia per capire in che direzione $ETH – insieme al resto del comparto – sarà intenzionato a muoversi.