La solita manfrina. Gary Gensler racconta le sue preoccupazioni per il mondo cripto e, neanche a dirlo, per i poveri investitori. E nel mentre si preoccupa e si straccia le vesti chiede altri fondi al Governo Federale per far fronte a questa terribile iattura. Un copione già visto, con le cripto che c’entrano poco o nulla e che in realtà sono da input per le agenzie governative per diventare ancora più ricche e più potenti.

Certo, ci saremmo aspettati di più dal leader di SEC, che ha tenuto anche corsi al MIT sulla blockchain e sul potenziale offerto da questa tecnologia in termini di decentralizzazione. Ma come diceva quello, il potere corrompe, e come diceva il nostro, a giustificare i nostri toni un po’ contrariati, il potere logora sempre chi non ce l’ha. Una situazione comunque che andrà analizzata, perché tra le altre cose Gary Gensler si è fatto profeta di sventura e ha annunciato che altre cripto potrebbero fare la fine di Terra Luna.

Quante delle preoccupazioni del leader di SEC sono genuine e quante invece sono semplicemente PR e marketing per rendere i controlli di SEC più pervasivi e dunque il suo budget più corposo? Come amavano chiedersi i latini, è sempre il caso di chiedersi cui prodest quando sentiamo un’opinione espressa sui giornali, in particolare se da personaggi così potenti.

Gensler preoccupato, neanche a dirlo, per gli investitori

La preoccupazione è sicuramente quella del buon padre di famiglia. Una preoccupazione sincera, almeno dice lui, per il futuro degli investitori nel mondo delle criptovalute. Il gancio da sfruttare per il leader della Securities and Exchange Commission, una sorta di CONSOB americana, non poteva che essere quello del recente crack di Luna, che ha dato manforte a tutti coloro i quali sognano un mondo cripto ampiamente regolato, dove ogni passo e ogni scambio sia sotto l’occhio vigile. Ma di chi? Ovviamente il loro, ovvero quello di SEC.

Guerra aperta tra le agenzie USA

SEC che allo stesso tempo ha chiesto un aumento dell’8% del budget, proprio per contrastare i rischi del mondo cripto per i poveri investitori retail. E quindi il cerchio si chiude, perché diventa chiaro che la pantomima, perché altrimenti non potremmo chiamarla, è stata messa in piedi per ottenere più denari dal governo federale. Tutto questo all’interno di quella che è una lotta intestina tra diverse agenzie USA, che vorrebbero tutte arrogarsi il diritto di normare il mondo delle criptovalute. Ma badate bene, non per spirito di servizio, ma perché come nel caso di Gensler con SEC, con ogni attribuzione di nuovi poteri si possono ottenere altri denari.

Ci sono poi altre argomentazioni di Gary Gensler che hanno toccato il mondo degli exchange, che a suo avviso dovrebbero venire tutti registrati per operare negli USA. Ancora una volta, neanche a dirlo, a tutela degli investitori.

L’investitore bambino, le cripto che falliranno e gli exchange pirata

Il filo conduttore è sempre lo stesso. Una sorta di paternalismo pro domo sua, dove l’investitore sarebbe una sorta di bambino in balia dei truffatori, che non saprebbe mai muoversi se non sotto l’ala protettiva di SEC. Se da un lato è vero che in molti si sono fatti male con Terra Luna e che ancora altri finiranno per investire in progetti fallimentari, è altrettanto vero che gli investitori nel mondo cripto hanno dimostrato spesso di saper scegliere e comunque di rivendicare anche un certo grado di libertà per i loro movimenti.

Grado di libertà che però sarebbe inviso alle agenzie USA, ma anche alle banche centrali europee che sempre con la scusa del qualcuno potrebbe farsi male stanno organizzando un ulteriore stretta ai danni anche della libertà finanziaria dell’individuo. Un tema che andrebbe affrontato, almeno secondo noi, da un angolo diverso, con molta più serietà e senza tirare in ballo argomenti – la protezione degli investitori – che puntano più alla pancia che al cervello dell’opinione pubblica.

Anche perché basterebbe fare qualche contro-esempio per vedere quanto sia vacua questa impostazione: chi ha protetto gli investitori che hanno perso circa l’80% dai massimi di meno di 1 anno fa di Netflix? Chi ha protetto gli investitori dal crollo di PayPal, che ora è scambiata a 80$ per azione mentre a luglio scorso era sopra i 300$? La realtà è che i mercati sono rischiosi e che il panopticon finanziario potrà forse salvare un manipolo di investitori retail, al prezzo però con ogni probabilità del pericolo di una vera sorveglianza finanziaria pronta a passare sopra a privacy e individualità. Sì può anche optare per la prima, ma possibilmente mettendo sul tavolo quello che c’è davvero in ballo.