La ricorderemo sicuramente come la settimana delle stablecoin. A dominare la scena di una settimana di picco della paura c’è stato sicuramente il disastro di Terra Luna (no, cari giornalisti, non sono due stablecoin, ma ci torneremo), e qualche preoccupazione anche per Tether, progetto diverso nei canoni rispetto a $UST ma dal potenziale esplosivo ancora più importante.

Tuttavia c’è chi guarda, e noi siamo tra questi, il bicchiere mezzo vuoto. Un mercato delle criptovalute meno maturo avrebbe accusato il colpo in modo decisamente più importante, con il sell off che avrebbe assunto delle proporzioni decisamente più importanti. E invece siamo qui, a guardare Bitcoin che cerca di mantenere i 30.000$ e Ethereum tornato sopra i 2.000$.

Stablecoin sotto stress: preoccupazioni e verità

Una situazione che comunque lascia spiragli ad una programmazione anche per gli ingressi, che potremmo pensare di fare con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il top degli strumenti di trading – intermediario che ci offre accesso a tutti i migliori strumenti per fare trading su 63+ cripto.

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Stablecoin al centro della tempesta: UST di Terra Luna, Tether, ma anche USDD di Tron

È stata sicuramente la settimana degli stablecoin, e non nel senso che ci piacerebbe utilizzare. Terra Luna è letteralmente saltata in aria, trascinandosi milioni se non miliardi di dollari anche degli investitori retail, quelli che nel gergo finanziario sono i piccoli investitori che investono i loro risparmi.

Come se non bastasse poi la paura è arrivata anche su Tether, progetto non solo più solido, ma anche molto più capitalizzato e con rischi di effetto a cascata decisamente più importanti. Senza che si parli poi a sufficienza, almeno a nostro avviso, di USDD, lo stablecoin di Tron, che presenta delle caratteristiche che, in una settimana del genere, non faranno stare tranquilli i più. Ma come sempre cercheremo di procedere con ordine, partendo proprio dal botto più importante, per cercare di capire cosa è successo. Anche ad uso e consumo della stampa generalista che non sembra aver capito cosa è successo.

Terra Luna e UST: cos’è successo alla creatura di Do Kwon.

I nostri lettori dovrebbero ormai saperlo, ma dato che è arrivato l’assalto in pieno stile dei giornalisti che di criptovalute e di stablecoin ne sanno poco o nulla, può essere utile fare un breve recap su quanto è successo.

Un attacco in pieno stile, che ha portato prima al depeg di UST e poi innescato la Death Spiral, la spirale della morte che ha portato rapidamente il valore di $LUNA a zero. Procediamo con ordine, per capire gli elementi di base di quanto è avvenuto, con un piccolo dizionario che aiuterà anche i giornalisti non avvezzi al mondo delle cripto a capire cosa è successo e ad evitare di scrivere baggianate come quelle che abbiamo letto nelle ultime ore.

  • Depeg

È un neologismo inglese, se vogliamo, che vuol dire che uno stablecoin ha perso il rapporto 1:1 con la valuta il cui valore dovrebbe replicare. Nel caso di UST di Terra Luna vuol dire che è stato perso il rapporto con il dollaro USA, ovvero che UST ha iniziato a non valere più 1$. Dato che si parla di uno stablecoin algoritmico, ovvero che manteneva il peg (l’ancoraggio) al dollaro bruciando $LUNA e sfruttando l’arbitraggio, la cosa è forse un po’ più difficile da spiegare. Ma seguiteci.

Per dirla nel mondo più semplice possibile, USD manteneva il suo valore fisso di 1 dollaro grazie alla convertibilità, in qualunque momento, con 1$ di controvalore in $LUNA. In altre parole in qualunque momento, almeno finché il sistema ha funzionato, sarebbe stato possibile convertire 1 UST in 1$ in Terra Luna. E quando questi valori si sarebbero discostati, l’arbitraggio avrebbe fatto il suo. Ovvero tutti gli operatori di mercato avrebbero avuto interesse a vendere e comprare al di sopra o al di sotto fino al raggiungimento del peg, dato che si tratta in questo caso di soldi parecchio facili.

  • Cosa si è rotto?

Nel momento in cui è avvenuto il depeg, senza che il meccanismo di cui sopra sia stato in grado di ripristinare il pareggio, si è attivato un effetto a cascata che ha portato molto rapidamente alla caduta di UST prima e di Terra Luna poi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: Terra Luna è ormai un mucchio di bit stracci, dato che di carta non ce n’è.

Curioso anche il fatto che a poco siano serviti i sistemi di ancoraggio ulteriori, come le riserve che il sistema manteneva in Bitcoin. Una volta innescate le forze della death spiral, non ci sono capitali che tengano. E il disastro ha assunto proporzioni vicine al caso della Sterlina che uscì da SME ormai 30 anni fa. Un parallelo che abbiamo citato per primi durante una live e che ora sembra essere molto popolare anche presso altri influencer e personaggi in vista.

  • Possibilità di recupero

Praticamente zero. Le ultime proposte di Do Kwon riguardano un nuovo corso che non vedrà più l’esistenza di UST. Ripartire con Terra Luna sarà un autentico miracolo, dato il fatto che la credibilità del progetto e di chi lo guida è ora giustamente a zero.

È la parola fine sulle stablecoin algoritmiche?
  • Prendere in giro è ok, ma occhio ai drammi umani che si stanno consumando

Il sistema di UST aveva ottenuto una grande popolarità grazie ai generosi piani di ricompensa a chi li metteva su Anchor, intorno al 20%. Una percentuale sicuramente insostenibile sul lungo periodo. Tant’è che si era intervenuti più volte ad immettere liquidità all’interno del progetto.

C’è da dire però, facile fare i soloni oggi, che si trattava di un piano di breve periodo, che avrebbe dovuto portare almeno secondo le intenzioni dei leader di Terra Luna, ad un utilizzo organico di UST che avrebbe portato alla sostenibilità del progetto anche senza ricompense fuori mercato. Piano mal congegnato?

Evidentemente sì, dato che il progetto ha fallito. Ma chi vuole fare il fenomeno oggi, dovrebbe farci vedere gli short aperti domenica. Sono in pochi ad averlo fatto. Gli altri cercano di capitalizzare, con il senno di poi, un fallimento già avvenuto.

Non è finita qui: il caso di Tether

Tether è stato scambiato sotto la parità per un periodo relativamente lungo, in seguito al fallimento di UST. Dato che sempre i giornalisti generalisti potrebbero tracciare dei paragoni piuttosto arditi, è bene offrire loro (e anche ai nostri lettori) un parallelo più intelligente, che spieghi effettivamente come funziona Tether e perché è diverso da UST. Il che non vuol dire che sia completamente privo di rischi. Ma comunque siamo su un altro… pianeta rispetto alla Luna.

  • Tether è una stablecoin con riserve

Il meccanismo che Tether utilizza è radicalmente diverso. Per l’emissione di questi token versiamo denaro alla società che lo gestisce, che di contro emette il token e ce li versa. C’è capitale reale, che poi Tether investe in strumenti ad alta liquidità e piuttosto sicuri.

Principalmente buoni del Tesoro USA, che sono considerati storicamente come i titoli più sicuri al mondo o quasi. E poi in commercial paper, sui quali si fa una gran cagnara, principalmente perché purtroppo chi scrive di finanza finisce per saperne in realtà molto poco.

La situazione di Tether è MOLTO diversa
  • I commercial paper nella pancia di Tether

Sono uno dei motivi di tante discussioni online sulla solidità di Tether. Si tratta di titoli a brevissima scadenza che vengono emessi da società quotate con rating molto elevati. Pagano pochissimi interessi, proprio perché ritenuti quasi cash like. Le società che li emettono non hanno bisogno di finanziarsi per problemi economici, ma semplicemente per far fronte a spese di breve senza smobilizzare somme destinate ad investimenti di lungo periodo.

Sono diventati magicamente titoli molto rischiosi da quando sono stati associati a Tether. Prima di questo il 99% di chi scrive e commenta non ne conosceva l’esistenza, e il restante 1% li considerava praticamente cash like, ovvero equivalenti al denaro liquido.

  • Non sono i commercial paper il rischio principale per Tether

Il rischio principale per Tether non sono i commercial paper. Che tra le altre cose, probabilmente per mettere a tacere le polemiche (e dato che non rendono poi chissà cosa) il gruppo sta riducendo. Qualcuno adduce la scarsa trasparenza della società che gestisce il tutto, che comunque si preoccupa di diffondere dei report sullo stato delle riserve, sebbene non vi sia stata sempre obbligata. Certo, c’è da fidarsi e non possiamo avere la matematica certezza di nulla. Ma è altrettanto vero che siamo letteralmente su un altro pianeta rispetto al mondo degli Stablecoin Algoritmici.

L’elefante nella cristalleria è USDD?

Gli stablecoin algoritmici piacciono a tutti, in particolare ai gestori delle chain di “nuova generazione”. Sono una fonte di denaro fresco incredibile, alla quale nessuno vuole rinunciare. E proprio nei giorni del disastro Luna c’è USDD che muove i primi passi. Il funzionamento è, almeno sulla superficie, relativamente simile a quello di $UST e già adesso si trovano rendimenti importanti presso le LP.

Rendimenti alti che, lo diciamo a chi non ha grande esperienza di finanza, sono in genere un campanello di allarme importante per quanto riguarda i rischi. Auguriamo tutte le fortune del mondo a USDD, ma con quanto successo a Terra Luna speriamo anche che i nostri lettori (e anche chi non ci legge) abbiano imparato a fare un po’ di Risk assessment ovvero valutazione del rischio prima di andare all in. Non c’è nulla di male a cercare dei rendimenti elevati, ma il rischio di perdere tutto c’è.

Ed è per questo che predichiamo diversificazione nell’allocazione. Ed è per questo che predichiamo attenzione quando si investe, anche quando i progetti sembrano essere ancora sulla cresta dell’onda come Terra Luna. No, non facciamo i professori con il senno di poi. Anche noi possiamo sbagliare o sottovalutare le tempistiche rapide che possono annientare un progetto. Ma non imparare dai propri errori sarebbe doppiamente grave.