Il tribalismo che circonda Bitcoin sarebbe di impedimento alla crescita dell’industria. Questa è l’opinione di Brad Garlinghouse, il personaggio più rilevante dell’ecosistema Ripple, non nuovo a questo tipo di uscite.

Tutto questo mentre la società che presiede, Ripple Labs, sta in realtà vivendo un momento di grande forza anche in virtù del buon esito potenziale del processo che la vede contrapposta a SEC. Una calma riconquistata che, come purtroppo spesso accade, diventa occasione per tornare ad attaccare Bitcoin.

Ancora polemiche da Ripple verso Bitcoin

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Garlinghouse contro i massimalisti Bitcoin: “stanno impedendo al mercato di crescere”

Non è sicuramente la prima volta che Brad Garlinghouse di Ripple si esprime con toni caustici nei confronti di Bitcoin, o meglio, della parte più radicale della community che vi si raduna intorno. Questa volta i massimalisti sarebbero addirittura responsabili della mancata crescita del mercato.

Ho Bitcoin, ho Ethereum e anche altre cripto. La polarizzazione non è salutare, almeno secondo la mia opinione. Tutte le barche possono andare avanti. […] Yahoo ha potuto avere successo così come eBay… dato che risolvono problemi diversi. Ci sono diversi casi d’uso e diversi pubblici e diversi mercati. Credo che esistano molti di questi paralleli oggi.

Questa l’opinione, decisamente articolata, di Brad Garlinghouse, che però almeno a nostro avviso è in conflitto con il comportamento effettivo tanto della società che controlla quanto invece dei progetti che sostiene indirettamente.

Qualche fatto che aiuterà ad orientarci

Non vogliamo passare da ultimi giapponesi di Bitcoin, ma qualche ulteriore elemento per muoversi in questa guerra eterna di Ripple a $BTC va comunque dato.

  • Ripple continua a finanziare campagne contro Bitcoin

Anche se non sempre direttamente, ma tramite i suoi personaggi di spicco. È stato il caso della recente campagna guidata da Greenpeace e che vede uno dei leader di Ripple come finanziatore diretto. Ne abbiamo parlato con Federico Rivi in uno speciale dedicato proprio a questa manovra, anche in questo caso per fare il punto della situazione.

Non sono stati dunque i massimalisti di Bitcoin ad avvelenare gli ultimi pozzi, ma piuttosto personaggi legati a Ripple e che hanno un vested interest nello spacciare il network di Ripple come alternativo, appunto, a quello di Bitcoin.

  • Ripple sta tirando in ballo anche Ethereum

Se è vero che Ripple sta subendo un’enorme ingiustizia in termini processuali contro SEC, è altrettanto vero che abbiamo avuto dei comportamenti piuttosto rissosi, sempre di Ripple Labs, nei confronti di Ethereum, tanto per fare l’esempio di un altro network in competizione.

Data questa situazione, troviamo sicuramente curioso che Brad Garlinghouse accusi i massimalisti Bitcoin di polarizzazione e di atteggiamento tossico. Perché se una delle sua analisi dovesse essere vera, ovvero quella che riguarda la possibilità di avere più progetti in crescita perché soddisfano esigenze diverse, non capiamo questa ossessione per Bitcoin, per la sua modalità di validazione e mining e per il futuro stesso della sua community.