Il mondo della DeFi è ancora lontano dall’aver esaurito le sue esplorazioni. Dimostrazione di questo è l’ultimo dei progetti nati in seno a Frax, che riguarda un secondo stablecoin, che questa volta sarà addirittura legato all’inflazione. Si chiamerà FPI e bilancerà il valore del token stesso in modo proporzionale all’inflazione.

L’ennesima battaglia, nel giro di pochi mesi, nel settore degli stablecoin? Sì, con un meccanismo tanto complicato quanto però interessante. E che dimostra come forse potrebbe avere ragione Sam Kazemian di Frax nel dire che i tre grandi spazi di interesse per il mondo cripto saranno nel futuro Bitcoin, Ethereum e appunto gli stablecoin.

Frax lancia il suo stablecoin legato all’inflazione – e vola sul mercato

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FPI: lo stablecoin legato all’inflazione – ecco perché interessa i mercati

FPI è un progetto almeno sulla carta rivoluzionario e che arriva ad allargare gli scopi degli stablecoin. Tutto questo nell’era geologica più interessante per questo comparto, con la guerra lanciata da Terra Luna al resto del settore, o almeno verso quello di vecchio stampo. Ma procediamo con ordine, anche per capire che tipo di effetti $FPI potrebbe avere su $FXS, che è il token nativo del mondo di Frax. Avere degli asset che sono legati all’inflazione non è una novità, almeno nella finanza reale. Anche in Italia, che non è in genere sulla frontiera dei servizi finanziari, è possibile trovare con una certa facilità dei titoli che si adeguano all’inflazione.

Quanto proposto da Frax è però una novità pressoché assoluta nello spazio della DeFi, ovvero la possibilità di avere una sorta di stablecoin che offra rendimenti pari all’andamento dell’inflazione, calcolata però su un paniere di beni che saranno decisi dagli utenti stessi.

  • Una sfida al modo di comporre il paniere da parte delle banche centrali

E questa è forse la prima delle questioni molto interessanti, perché una delle contestazioni più frequenti per quanto riguarda il calcolo dell’inflazione da parte delle autorità pubbliche è la composizione del paniere di riferimento stesso. Delle polemiche che, almeno a nostro avviso, sono più che fondate, almeno in certi contesti.

  • Composizione della treasury

Ovvero degli asset che faranno da contraltare al valore di $FPI. Ci saranno panieri che includeranno sia asset cripto come Bitcoin o Ethereum sia invece dei beni extra-chain, i cui prezzi saranno verificati con oracoli sempre on chain.

  • Quale oracolo

Si utilizzerà, almeno secondo quanto riportato dal whitepaper del progetto l’oracolo di Chainlink che è offerto da Fiews e che offrirà il prezzo di base per il peg di questo stablecoin. Ogni mese il delta, ovvero la differenza del valore con il mese precedente, determinerà il prezzo ufficiale di peg.

Che tipo di iniziativa è?

Molto interessante, sia per il valore futuro di Frax, sia per il futuro scenario del mondo degli stablecoin, che ricordiamo ai nostri lettori essere uno dei comparti con il maggior tasso di innovazione nel corso degli ultimi mesi. Il progetto è sicuramente ambizioso, gestito da un macro-protocollo che ha già degli investitori importanti e che potrebbe essere uno di quelli centrali per i prossimi mesi.

L’annuncio dell’arrivo di $FPI ha già contribuito ad una crescita di FXS nel corso del weekend, nonostante poi ci sia stata una breve ritirata nel corso della sessione asiatica di oggi. Segno comunque che c’è molto che questo protocollo potrebbe continuare a offrire, in particolare fino a quando durerà l’appetito del mercato per gli stablecoin algoritmici.