Che Bitcoin e cripto abbiano presa in particolare in paesi con minore libertà finanziaria della nostra non è più un mistero. Abbiamo visto il caso del Venezuela e ora, grazie ad un report di KuCoin, abbiamo anche il caso della Nigeria, che in realtà conoscevamo già, ma non così in dettaglio.

Secondo l’exchange ci sarebbero addirittura il 35% dei nigeriani che sono già attivi sul mercato cripto e che vi investono anche per tutelare il loro capitale. E il 6% della popolazione restante sarebbe deciso ad avvicinarsi a questo mondo.

Notizie bullish per tutto il comparto, dato che questo ecosistema sta prendendo piede laddove ce n’è più bisogno. Possiamo investire su tutto il comparto con eTorovai qui per ottenere un conto demo ricco di STRUMENTI PREMIUM di trading – intermediario che oggi offre a listino 59+ cripto tra le quali scegliere per la composizione del proprio portafoglio.

Possiamo anche investire sfruttando gli Smart Portfolios che includono diversi cripto-asset in un solo paniere. E abbiamo anche il CopyTrader per copiare i migliori. Con 50$ possiamo investire con un conto reale di trading.

In Nigeria è cripto e Bitcoin mania: ecco cosa sta succedendo

Un grande paese africano, tra i più interessanti anche in prospettiva finanziaria futura, dove nonostante le autorità centrali non molto avvezze a questo tipo di operazioni, il 35% della popolazione ha già investito in criptovalute e Bitcoin. Una percentuale enorme rispetto ai paesi europei o a quelli di USA, Canada e Australia.

Ma straordinari strumenti di questo tipo è bene che spopolino laddove ce n’è più bisogno. Ovvero dove l’inflazione, che si appresta a divorare le sostanze private anche in Europa e negli USA, ha già colpito durissimo. Ovvero dove c’è un’alta concentrazione di corruzione. Il caso tipo individuato da IMF soltanto qualche giorno fa, nonostante i grandi economisti che albergano da quelle parti abbiano indicato quanto avviene in questi paesi come motivo della necessità di una regolamentazione più stretta.

Tuttavia Bitcoin e il resto del comparto continuano ad infischiarsene e a correre in aiuto di chiunque ne abbia bisogno. Con una larghissima parte dei nigeriani, sempre secondo KuCoin e il suo report, che sono pronti anche ad allargare le loro posizioni. La dimostrazione plastica del caso d’uso del comparto, che in questa fase early della propria adozione tende a brillare proprio nei paesi che presentano questo tipo di situazioni.

Ancora bearish sulle cripto? Non abbiamo allora idea di cosa stia veramente accadendo

Anche se in paesi che consideriamo molto lontani da noi tanto culturalmente quanto magari per sostanze, l’avanzata di $BTC e degli altri cripto-asset è inesorabile. L’anno scorso abbiamo visto il caso di El Salvador e in tanti altri posti del mondo dove le banche classiche falcidiano i pochi averi con commissioni elevatissime (in particolare sulle rimesse) si seguirà lo stesso esempio, sia con l’appoggio del settore pubblico, sia invece con iniziative private come in Nigeria.

Paesi che tra le altre cose sono demograficamente molto più giovani della vecchia e stanca Europa e che con ogni probabilità avranno più da dire sul futuro di noi. E lo stanno dimostrando, anche a Lagos, con percentuali di adesione, se così vogliamo chiamarle, davvero fuori dal comune.

Un in bocca al lupo ai nigeriani, che hanno scelto la via della libertà finanziaria e della solidità: contro un’inflazione che ora arriva a distruggere ricchezza accumulata dai privati anche in Europa e contro un settore pubblico che, non lo diciamo noi ma i più autorevoli report internazionali, è tra i più corrotti al mondo.