Gas pagato in Bitcoin? Ancora presto per dirlo, ma qualcosa si sta muovendo, almeno in termini di chiacchiericcio, addirittura alla Duma Russa, ovvero il Parlamento della *Repubblica Federale Russa.

Confermato? Niente affatto, perché si tratta di chiacchiericcio ancora da parte di politici che, in una situazione complessa come quella della guerra in Ucraina (con pericolo di escalation in qualcosa di enormemente più serio), cercano di lanciarsi frecciatine.

Bitcoin per il gas russo? Analizziamo quanto c’è di vero e possibile

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Shock alla Duma: Bitcoin per pagare il gas?

Sì, ma con qualche caveat necessario. In realtà la citazione da parte di chi dirige la commissione Energia del Parlamento Russo va intesa nel corretto contesto. Come è noto gli USA e l’Unione Europea stanno applicando sanzioni molto restrittive per le banche russe, che hanno oggi enorme difficoltà ad ottenere valuta straniera e anche a transare.

Difficoltà che la Russia sta cercando di aggirare ricorrendo al sistema cinese alternativo in RMB, nonché esplorando altre opzioni. Qualche giorno fa, per poi rimanere lettera morta, si era parlato addirittura di ritorno al gold standard per la Russia. Oggi viene fuori sempre l’oro e anche… Bitcoin. Secondo quanto è stato riportato da diversi account Twitter relativamente affidabili, chi presiede alla Commissione Energia della Repubblica Federale Russa avrebbe affermato quanto segue:

Le valute che si potranno usare [per la compravendita di gas, NDR] sono diverse. Se sarà il turno di Bitcoin, allora sarà così e basta.

Questo il sunto del discorso, all’interno del quale però, lo ripetiamo, venivano toccati anche altri punti, che riguardavano l’oro, i rubli, e anche la valuta cinese. Nulla dunque di deciso, nulla di neanche aperto a nostro modesto avviso, ma un input sul quale è comunque il caso di ragionare.

Sgarbo agli USA? Oppure necessità?

Sarà questa la domanda sulla quale ci concentreremo nei prossimi giorni, se la soluzione dovesse effettivamente essere presa in considerazione. La Russia ha bisogno di circuiti affidabili e che non possano essere controllati da terzi, E Bitcoin risponderebbe perfettamente a questo identikit.

Rimane il fatto che si aprirebbero poi altri tipi di questioni: gli USA potrebbero decidere di aumentare il livello di repressione su Bitcoin approfittando di questa scusa, così come potrebbero effettivamente chiudere i rubinetti che permetterebbero ai russi di scambiare Bitcoin contro altre valute fiat.

La forza e la decisione delle sanzioni economiche applicate lasciano pensare che nulla sarebbe effettivamente al di fuori delle discussioni. Un rischio che la Russia è disposta a correre?

Vale inoltre la pena di segnalare che i mercati non hanno affatto risposto a questa specifica notizia. Lo faranno se dovessero esserci ulteriori sviluppi. Cosa che per il momento non siamo in grado di confermare.

Per quanto riguarda la fonte, si tratta di pressmia.ru, che come ci ricorda Twitter è legata al settore pubblico russo. Sull’affidabilità della fonte, ciascuno giudichi per conto suo. Certo è che in questo caso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, anche se una scelta di questo tipo potrebbe rendere Bitcoin una supermoneta transnazionale anche per gli stati. Qualcosa che non avremmo mai potuto immaginare soltanto qualche settimana fa. Altro spunto da tenere a mente è il gioco delle parti: in questo momento credere a quanto viene affermato risulta, più che in altri periodi, difficile.