Gli exchange che operano negli Stati Uniti hanno commentato, in larga maggioranza, contro la possibilità che procedano al freeze dei wallet che appartengono a cittadini russi.

In questo senso si sono espressi apertamente sia Binance sia Kraken, dopo che dalla Casa Bianca era circolata la richiesta di procedere in tal senso. Una richiesta che aveva già sollevato qualche polemica, a prescindere dalle sensibilità di ciascuno per quanto riguarda il terribile conflitto che sta andando purtroppo ancora avanti in Ucraina.

Binance e Kraken si riufutano di chiudere a prescindere tutti gli account russi

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Freeze unilaterale degli account russi: Binance e Kraken dicono di no

La richiesta era cominciata a circolare, anche sul web, quando in America erano le prime ore del mattino. Secondo quanto riportato da diverse testate USA l’Amministrazione Biden avrebbe richiesto in via non formale agli exchange di criptovalute di congelare gli account dei cittadini russi. Una richiesta che poi, almeno così parrebbe, non sarebbe stata mai formalizzata.

Ad ogni modo diversi exchange hanno sentito il bisogno di rispondere e anche di tranquillizzare i propri clienti sull’operato. Tanto Binance quanto Kraken sono intervenuti negando qualunque tipo di intervento in questo senso.

Binance ha apertamente parlato di rifiuto di congelare gli account di migliaia di cittadini innocenti, soltanto perché ci sono delle sanzioni che comunque, anche a livello bancario, colpiscono pochi personaggi, tutti legati a Vladimir Putin, al suo governo o alle principali aziende del paese.

Allo stesso modo il CEO di Kraken si è espresso negando il freeze, perché andrebbe contro quello che è lo spirito libertario di Bitcoin. Una risposta che, almeno a guardare i social questa mattina è stata apprezzata dalla maggior parte degli appassionati di criptovalute, non senza però qualche polemica.

Gli exchange dovrebbero freezare gli account e i wallet in caso di ordine della Casa Bianca?

È una questione che attraversa in realtà diversi aspetti del mondo cripto e del mondo di Bitcoin. Tutti gli exchange di certe dimensioni e che hanno importanti interessi economici da proteggere in realtà dovrebbero rispondere in modo positivo nel caso in cui si trattasse di ordini a norma di legge.

Gli stessi exchange collaborano con le autorità alle indagini e nel caso in cui ci fosse richiesta di sequestro in genere collaborano. In questo caso però si trattava di una richiesta informale, senza alcun tipo di base nella legge e che dunque sarebbe stata su adesione completamente volontaria.

Meglio che non si sia proceduto così, anche perché in tal caso gli exchange avrebbero perso qualunque tipo di credibilità, andando a bloccare account di persone che non necessariamente sono coinvolte con la situazione che continua a permanere in Ucraina. I fondi dei cittadini russi sui principali exchange sono pertanto al sicuro. E con ogni probabilità la Casa Bianca non andrà a fondo di questa vicenda.