È passato poco più di un anno dall’evento maggiormente significativo della storia di Ripple, ovvero l’apertura del procedimento legale da parte di SEC, che sembrerebbe essere ormai arenato in una lunga serie di dibattimenti. Il tutto con la forza relativa dell’authority che oggi sembrerebbe essere fortemente ridimensionata.

Sul tema, finalmente, ha iniziato ad intervenire anche la stampa per così dire generalista, in particolare quella di un certo spessore negli USA, che sta iniziando a dubitare tanto della riuscita della caccia alle streghe condotta da SEC, quanto della bontà delle motivazioni.

Chi la spunterà tra SEC, Ripple e tutte le altre chain?

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Ripple contro SEC o contro tutti?

Il fronte delle cripto, come quello della politica, non è compatto. E chi sta descrivendo questa vicenda, che si trascina ormai da un anno, in questi termini a nostro avviso si sbaglia. Da un lato c’è stato sicuramente il desiderio, da parte di SEC, di cercare di fare di Ripple un esempio per tutto il settore, in particolare per i non allineati. Dall’altra parte invece c’è stata Ripple che ha cercato di ergersi a difensore di tutto il comparto, menando però a destra e a manca per cercare di difendere principalmente se stessa.

Degli attacchi ad Ethereum abbiamo già parlato su queste pagine, e ci sarà modo di parlare in futuro anche delle ricerche finanziate contro Bitcoin, così come abbiamo già parlato della posizione a nostro avviso errata di Garlinghouse – leader di Ripple – nello spingere per un $BTC che diventi PoS.

Una situazione altrettanto complessa anche sul fronte politico, dato che da un lato abbiamo il Partito Democratico USA che, almeno al Congresso, sembrerebbe essere ferocemente contro il settore. Salvo poi avere personaggi di spicco come il neo-eletto sindaco di New York che invece rema in direzione contraria.

Sul fronte Repubblicano lo schieramento sembrerebbe essere relativamente più compatto. Ted Cruz ha ammesso di aver acquistato criptovalute, così come diversi tra senatori e membri del congresso si sono già battuti apertamente per salvare il comparto. Una guerra su diversi fronti, con una confusione che difficilmente verrà risolta da SEC, né tantomeno dalla politica. Con questioni sempre politiche poi riguardano anche i rapporti tra diversi protocolli cripto.

La stampa di livello ormai contro SEC

Le mosse di SEC, che sono state avviate in realtà dal predecessore di Gary Gensler sono state considerate, a più riprese, come eccessivamente avventate da diversi commentatori. Ora la questione sta esplodendo sulla stampa mainstream e generalista, come ad esempio anche Politico, con un’authority per la vigilanza sui mercati che ne esce a pezzi anche in termini di opinione pubblica.

Con un ma: in molti ritengono che la questione Ripple sarà quella definitoria per tutto il settore, mentre in realtà sarà la chiusura di un capitolo sul quale, anche in virtù della regolarizzazione annunciata, la politica USA tornerà.

Quello che – anche se poco – sembrerebbe essere chiaro è che il bottom per $XRP sia stato già raggiunto, e che in realtà ci sia spazio per tornare a volare a breve.