Correlazione massima per Ethereum con il re del comparto Bitcoin, che sta creando movimenti laterali anche sul prezzo di $ETH. Questo ci offre la possibilità di analizzare, a bocce quasi ferme, il futuro di breve e medio periodo di ETH.

Partendo però da un lato importante: il burn di Ethereum continua a ritmo sostenuto e ha raggiunto, ai prezzi attuali, circa 6 miliardi di dollari di controvalore. Non è assolutamente poco, anche in relazione all’effettiva capitalizzazione di mercato di Ethereum.

Il burn di Ethereum continua a gonfie vele

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Burn a gonfie vele: sempre meno $ETH disponibili sul mercato

Quanto introdotto con il London Fork sta procedendo a vele spiegate. Nel momento in cui vi scriviamo infatti sono stati tolti dalla circolazione oltre 1,6 milioni di ETH, ovvero tenendo conto dello storico dei prezzi 6 miliardi di dollari circa. Una somma impressionante e che farà la felicità di chi è entrato sul mercato di Ethereum con un orizzonte temporale di medio e lungo periodo.

Secondo la legge di base dei mercati, a domanda ferma una riduzione dell’offerta non può che convertirsi, lasciando il giusto tempo per gli aggiustamenti, in una pressione rialzista sul prezzo. Il burn continua a ritmo quasi costante, per un meccanismo che continua a funzionare come previsto. E continuerà pertanto ad esercitare la sua pressione rialzista, non appena questa fase di movimenti laterali arriverà a termine.

Le altre sfide di Ethereum passeranno da PoS

E non solo per quanto riguarda la possibilità di diventare più scalabile, ma anche di acquisire maggiore rilevanza in quei circoli dove i consumi energetici sono ritenuti più importanti della concentrazione del funzionamento di un network.

Bitcoin è nato per altro – e su questo c’è poco da discutere. Il terreno che Ethereum sta perdendo però nei confronti di altri network in termini di utilizzo, pensiamo a i progetti commerciali che hanno scelto ad esempio altre chain proprio in virtù di PoS o di sistemi simili, potrà essere recuperato soltanto dopo il passaggio al nuovo sistema di validazione.

Sul fatto che PoS possa sensibilmente diminuire le fee e aumentare a dismisura la scalabilità continuiamo a nutrire qualche dubbio, ormai in ottima compagnia, dato che anche i più grandi sostenitori di Ethereum hanno dovuto accodarsi a questo punto di vista.

Il passaggio a PoS, con il 2022 che dovrebbe finalmente essere il momento decisivo, sarà sicuramente il fulcro delle prossime operazioni e dell’eventuale crescita di Ethereum – e anche della sua conferma come snodo fondamentale per tutti i progetti più importanti di finanza decentralizzata.

Sui movimenti di breve e brevissimo periodo però ci sarà da attendere la guida di Bitcoin – che con i suoi movimenti laterali ha impantanato tutto il mercato, candidandosi però a diventare anche l’innesco della prossima bull run.