Buona giornata per il mondo delle cripto, che galleggia sulla sessione europea per poi godersi un pump su tutti i principali asset con i dati dell’inflazione che arrivano dagli USA.

Dati quasi in linea con le previsioni, ma fuori fase di quel tanto che ha permesso a Bitcoin di tornare a ridosso di quota 44.000$ e al resto del comparto di recuperare almeno in parte le perdite che si sono fatte registrare da inizio anno.

L’inflazione da una mano a Bitcoin – Ma è una crescita duratura?

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Bull run tornata o piccolo pump? L’inflazione e Powell danno una mano al settore

Degli effetti del discorso di Jerome Powell ieri ne abbiamo già abbondantemente parlato. Un Powell a capo della Federal Reserve che è apparso più remissivo del solito, e sotto-traccia compiaciuto dell’andamento tanto del mercato del lavoro quanto dell’inflazione – entrambi pienamente dentro le mini-previsioni che aveva offerto prima di Natale.

Il tutto accompagnato da un atteggiamento decisamente più morbido nei confronti tanto dei tassi di interesse – con Powell che ha confermato che continueremo a vivere in era di bassi tassi, tanto nei confronti del tapering. Oggi i dati sull’inflazione, leggermente più alti di quanto i mercati si attendessero, hanno contribuito a spingere su non solo Bitcoin, ma anche il settore azionario, con NASDAQ ad esempio che ha recuperato le perdite importanti che aveva accumulato a partire dalla scorsa settimana.

Un quadro tornato improvvisamente bullish? Non è detto, perché in realtà ci sono altre questioni, molte delle quali attengono alle possibili reazioni di Fed a queste notizie, che devono essere di conferma o di smentita al continuo del ciclo.

Inflazione fondamentalmente in linea con le attese: la più alta da 40 anni

Noi italiani non saremo stupiti, almeno tra quelli che hanno più di qualche anno sul groppone, di un’inflazione al 7%. Tuttavia negli USA questo è un dato decisamente fuori misura, con gli States che non hanno quasi mai avuto fasi ad alta inflazione come nell’Italia della Prima Repubblica.

Parliamo, a conti fatti, dell’inflazione più alta che gli USA si trovano ad affrontare da 40 anni a questa parte anno su anno. Un numero impressionate, per il quale però i mercati erano già preparati almeno in parte. Cosa che ha stimolato una certa crescita a partire dall’apertura della sessione USA.

Ora la palla tornerà a FED, che nell’incontro di gennaio dovrà decidere se modificare il piano annunciato ieri da Powell, che prevede in soldoni movimenti molto soft, oppure se rincarare la dose dato che l’inflazione è comunque rimasta su livelli relativamente alti.

Cosa c’entra questo con il mondo delle cripto? Come sempre un’accelerata intensa in termini di innalzamento dei tassi potrebbe avere effetti compressivi sulla possibile corsa del gruppo. Ma quel che è emerso piuttosto chiaramente ieri è che in realtà lo spazio di Powell non è poi così ampio. E che se $BTC e compagnia rimarranno legati anche all’andamento dei mercati azionari, potrebbero avere l’ombrello che stavano cercando da anni.