Il 2022 non si è aperto nel migliore dei modi per il mercato delle criptovalute, con tutte le migliori del settore che hanno fatto registrare nella prima settimana dell’anno perdite pesanti e in doppia cifra.

Del crash abbiamo già parlato in modo approfondito sulle pagine di Criptovaluta.it e con il ritorno post-festivo alla normalità che rende necessario fare qualche considerazione per orientare i nostri investimenti. Cosa possiamo aspettarci da Bitcoin e quindi dal resto della truppa?

Una guida macro per capire il futuro di Bitcoin nel 2022

Nel complesso siamo ad un punto di svolta – con l’indice della paura che è al massimo e con diversi indicatori che segnalano il raggiungimento del bottom. Per molti è una buona occasione per investire – cosa che possiamo fare con la piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto demo gratuito con le MIGLIORI CRYPTO-FUNZIONALITÀ – intermediario che oltre che Bitcoin offre anche 42+ cripto scelte tra le migliori del settore.

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La situazione macroeconomica – cosa sappiamo (e non sappiamo) sul futuro di Bitcoin

A prescindere dalle fantasiose teorie di una parte rilevante della stampa italiana, Bitcoin è a tutti gli effetti un asset finanziario e pertanto risponde alle determinanti macroeconomiche che agitano anche il mercato azionario.

Il peggiore avvio per il NASDAQ dal 2000

Basti pensare che il NASDAQ, in parallelo con il grande crollo del mondo delle criptovalute, ha avuto l’apertura peggiore di anno dal 2000 ad oggi. Un parallelo che qualcuno ci ha contestato la prima volta che lo abbiamo pubblicato, ma che assume sempre più senso anche alla luce di quanto sta avvenendo negli USA e nelle altre economie sviluppate.

  • Inflazione

Se dovessimo seguire i libri di testo, saremmo davanti ad una situazione favorevole per Bitcoin, che è comunque un asset anti-inflativo. Tuttavia la situazione in questo caso è più complessa. L’inflazione è fuori controllo e le banche centrali – in particolare FED – si sono già attivate per contenerla. Gli strumenti tipicamente utilizzati dalle banche centrali sono aumento dei tassi di interesse e riduzione dei programmi di acquisto di titoli di debito sovrano. E gli annunci che hanno riguardato questi due aspetti sono stati tra i primi responsabili di quanto è effettivamente avvenuto sul mercato cripto.

  • Tassi di interesse

Goldman Sachs ha recentemente affermato che con ogni probabilità avremo un rialzo dei tassi USA per ogni trimestre del 2022. Questa sarebbe la proverbiale cura da cavallo per l’inflazione, la cui aspettativa ha già avuto un impatto considerevole sugli asset di rischio. NASDAQ è sceso a picco in apertura di anno, così come appunto Bitcoin. Una cattiva notizia? Non esattamente, perché i mercati l’hanno già scontata.

Le aspettative sull’inflazione sono tornate a scendere dopo gli annunci di FED
  • Tapering

Ovvero la riduzione fino all’annullamento dei programmi di acquisto di titoli di debito sovrano. È una manovra espansionista sul piano monetario e che dunque, durante tutto il 2021, ha contribuito ad una crescita importante tanto del settore azionario quanto di quello cripto. Tutti si aspettavano una riduzione dello stesso, anche se la dichiarazione anticipata di FED ha avuto una parte della responsabilità del recente crollo.

Anche qui però c’è poco di cui preoccuparsi ormai, tanto per $BTC, quanto per Ethereum e per le altre principali criptovalute la questione è stata già ampiamente scontata.

Le questioni macro per il 2022 di Bitcoin

Ci sono poi altri tipi di questioni che dovranno necessariamente essere tenute in considerazione per quanto riguarda l’economia nella sua generalità. No, non si tratta del futuro dei miner Bitcoin, che hanno già dato ampia riprova di essere relativamente liquidi e dunque di potersi spostare all’interno di altri paesi, quando le condizioni non dovessero essere più congrue.

Parliamo della ripresa dell’economia che sembrerebbe essere ormai in atto – nonostante la quarta ondata – e dunque di una base solida che ha permesso alle principali banche centrali di poter frenare sull’espansione monetaria e sull’inflazione.

Il futuro di breve termine dipenderà in larga parte dal comportamento hawkish o dovish di Fed e in modo meno importante di BCE. Colombe o falchi che potranno segnare una ripresa più o meno forte di un comparto che sembrerebbe, almeno per ora, aver trovato il bottom. È questo quello che pensa anche Mike Novogratz – così come tanti altri esperti che segnalano ad esempio come l’indicatore RSI sia sugli stessi livelli che sono stati raggiunti al bottom degli ultimi crash. La sessione fiacca nella mattinata europea non dovrebbe pertanto essere granché preoccupante in vista di una ripresa che ormai tutti aspettano a gran voce.