Il passaggio di Ethereum ad un sistema di validazione PoS è ormai alle porte – e questo coinvolgerà anche il consumo energetico del protocollo, che come è noto è particolarmente alto adesso.

Una svolta green? Su questo sembrerebbe puntare Ethereum, anche in termini di narrativa – come riportato su un documento sul sito ufficiale del gruppo, che alla voce Consumo di Energia delinea i prossimi passi del protocollo.

Ethereum punta a battere Bitcoin… con il green

Notizia bullish? Data la grande attenzione del mondo, anche della finanza, per il carbon footprint assolutamente sì. E potremo investirci con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito, con tutte le TOP funzionalità attive sulla demo – intermediario che offre un complesso di oltre 40 criptovalute.

All’interno di questo intermediario possiamo inoltre trovare strumenti unici per il trading automatico, come il CopyTrader, che ci permette di investire copiando il top dei trader con un solo click – o anche spiando ogni loro singola mossa. Possiamo anche scegliere i CopyPortfolios, se dovessimo preferire un investimento diversificato con più criptovalute al suo interno. Con 50$ possiamo passare ad un conto reale.

Ethereum: PoS sarà anche svolta green?

È questo il punto che viene sostenuto dalla fondazione che opera in Ethereum e che come punto principale della transizione verso PoS individua proprio una riduzione dei consumi energetici del protocollo. Qualcosa che renderebbe, al pari di tante altre che sono già disponibili sul mercato, $ETH una criptovaluta green. A basso consumo di elettricità e dunque a basso impatto sull’ambiente.

Cosa che è vera, scientificamente parlando – e che lascerà Bitcoin come unica rete di un certo spessore a fare affidamento sulla potenza di calcolo – e dunque sul consumo energetico – per la validazione e la sicurezza del proprio protocollo. Gli ecologisti sceglieranno dunque $ETH a favore di $BTC? La questione, come abbiamo riportato già più volte sulle pagine di Criptovaluta.it – è in realtà molto più complessa e meriterebbe di essere affrontata anche da altri angoli.

Bitcoin contro Ethereum: la lotta si giocherà anche sull’ambiente?

Sicuramente sì – e non è una novità che i consumi di Bitcoin siano una preoccupazione (o meglio un punto di discussione) anche tra i sostenitori del protocollo. Si riconosce a questo consumo energetico un vantaggio in termini di messa in sicurezza del network. Non vi sono dubbi sulla maggiore decentralizzazione e sicurezza che può garantire un network organizzato come Bitcoin, che è appunto protetto dall’enorme potenza di calcolo richiesta per la validazione delle transazioni.

Bitcoin però, al contrario di quanto ha chiesto più volte il leader di Ripple, tanto per citarne uno, non passerà a PoS e la sua svolta ecologica, già in atto, si concentrerà sul ricorso anche a fonti di energia rinnovabili. Cosa che è prima preoccupazione ad esempio del Bitcoin Council e che ha già prodotto risultati apprezzabili.

La discussione continuerà ancora per anni – ma riteniamo inutile, almeno per chi vuole parlare con coscienza e conoscenza del mondo delle criptovalute – guardare soltanto al mero dato del consumo energetico. E il mondo delle criptovalute è bello anche per questo: permette a ciascun protocollo, secondo i propri canoni, di fare le scelte che ritiene più opportune.

Sarà poi il mercato a decidere quale delle soluzioni è più congeniale: la discussione continuerà a lungo, anche tra i nostri lettori, che come sempre potranno partecipare sia tramite commenti, sia sul nostro account Twitter ufficiale.