Novità si muovono sul protocollo Ethereum, che riguardano la scalabilità anche se non strettamente relativa alla modalità di verifica delle transazioni. Sì, ci sono altri problemi all’orizzonte per Ethereum, anche se il passaggio a proof of stake dovesse procedere senza grossi problemi.

Il problema? Lo spazio su hard disk. Anche con le gas fee alte come adesso, il numero di transazioni è così alto da rendere il ledger molto più grande giorno per giorno – e nel giro di pochi mesi da adesso potrebbe diventare ingestibile per la maggior parte dei blocchi. La buona notizia è che c’è una soluzione – e che il gruppo sta già provvedendo a proporla ai diretti interessati.

I layer 2 continueranno ad avere vita facile

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Ethereum e lo spazio occupato dal ledger: ecco un altro problema di scalabilità

Chi utilizza il network di Ethereum in questi giorni per operazioni pratiche si sarà già accorto dell’impossibilità di utilizzarlo per transazioni di scarso valore economico. Le fee sono alle stelle, cosa che deriva dall’estrema congestione di un network che ha bisogno di importanti risorse per validare una transazione.

Il focus degli ultimi mesi è stato sul passaggio alla validazione PoS, che avverrà nei prossimi mesi e che in molti, in particolare se al di fuori dello sviluppo del protocollo, ritengono sufficiente per sistemare la scalabilità. Tramite l’account ufficiale di Vitalik Buterin su Reddit arriva però una doccia gelata, perché il problema sarebbe anche nella dimensione crescente del ledger, che tra poco potrà essere ospitato soltanto da pochi nodi. Una questione che apre a due canali: il primo quello di una soluzione tecnica, il secondo (come già ricordato in passato da Buterin stesso) la necessità di continuare ad affidarsi a protocolli in L2, come Polygon Matic.

Protocolli sui quali continuiamo ad operare anche noi di Criptovaluta.it – li abbiamo nel nostro portafoglio di investimento – proprio per questa situazione, che sarà permanente almeno in certi aspetti.

La soluzione c’è: vediamo come funziona

Vitalik Buterin ha proposto quanto in realtà è fatto già da alcune blockchain sperimentali, ovvero di permettere ai nodi di funzionare soltanto con una porzione ultima di ledger – ad esempiocon le operazioni di un solo anno. Il resto del ledger rimarrebbe consultabile anche con protocolli esterni come The Graph o tramite The Portal Network, che invece è un sotto-protocollo interno.

Le soluzioni sul tavolo, per procedere in questo senso, sarebbero due. Ovvero un reset una tantum dopo il merge con Ethereum 2.0, oppure un reset periodico che avverrebbe in modalità tecniche che sono già incluse nell’EIP 4444, che sembrerebbe essere quanto di preferito da Buterin stesso. Ad ogni modo una soluzione andrà trovata – e in tempi brevi. Con i Layer 2 che potranno continuare a capitalizzare questo tipo di situazione, che non potrà essere risolta dal passaggio a PoS.